C'è la tristezza, per chi di questo virus, è morto.
Ogni sera Giacomo mi si avvicina guardingo e chiede:"Notizie, mamma?". Le notizie che vuole sapere sono i numero di casi positivi, di morti e di guariti della giornata. Vuole che leggiamo insieme il bollettino e se la curva è in calo, come negli ultimi due giorni, gli si illuminano gli occhi di speranza.
C'è la paura. Per papà seicuori, che va a lavorare tutti i giorni. Per i "vecchi saggi" di famiglia, che sono i più esposti.
C'è la riconoscenza e la gratitudine per gli eroi dei nostri giorni, coloro che sono in prima linea nella lotta contro il COVID-19, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri cari.
C'è anche la rabbia e il disprezzo per i cretini, che nonostante i divieti, continuano ad andarsene in giro.
C'è uno stato d'animo strano, un misto di ansia e incredulità, quando mi sveglio la mattina e d'improvviso mi ricordo tutto quanto e mi sembra di vivere in uno di quei romanzi distopici che piacciono a Leonardo.
C'è la tenerezza, a vedere che i miei figli hanno preso alla lettera il fatto di lavarsi le mani e ora Leonardo e Elia hanno tutte le mani e i polsi rovinati. E io che spalmo sulla pelle ferita e screpolata tubetti di burro cacao e dico loro di smetterla di lavarsi le mani, almeno per qualche ora.
C'è l'insofferenza quando Orlando ed Elia parlano con Google Assistant come se fosse un vecchio amico, senza stancarsi mai, facendosi raccontare barzellette, cercando di prenderlo in castagna, tanto che, alla fine, anche Google Assistant si ritira sconfitto con un:"I mie programmatori non saranno molto contenti".
E poi, ci sono momenti terribili, in cui l'insofferenza, la tenerezza, l'ansia, la rabbia, la gratitudine, la paura, la tristezza arrivano tutte quante insieme.
E allora i bambini fanno troppo i bambini, il cane fa troppo il cane e il gatto fa troppo il gatto. Il frigo è vuoto... (e domani riusciremo a riempirlo?), la casa troppo sporca e disordinata (con tutta questa gente intorno, è impossibile da pulire!).
L'enormità della cosa che stiamo vivendo mi travolge (ne usciremo? Quando? Come?).
Allora mi chiudo in bagno, mi lavo i capelli, faccio una maschera di bellezza. Oppure mi siedo sul divano, abbraccio stretto stretto Elia e leggiamo una storia.
E ricomincio.
Ogni sera Giacomo mi si avvicina guardingo e chiede:"Notizie, mamma?". Le notizie che vuole sapere sono i numero di casi positivi, di morti e di guariti della giornata. Vuole che leggiamo insieme il bollettino e se la curva è in calo, come negli ultimi due giorni, gli si illuminano gli occhi di speranza.
C'è la paura. Per papà seicuori, che va a lavorare tutti i giorni. Per i "vecchi saggi" di famiglia, che sono i più esposti.
C'è la riconoscenza e la gratitudine per gli eroi dei nostri giorni, coloro che sono in prima linea nella lotta contro il COVID-19, mettendo a rischio la propria salute e quella dei propri cari.
C'è anche la rabbia e il disprezzo per i cretini, che nonostante i divieti, continuano ad andarsene in giro.
C'è uno stato d'animo strano, un misto di ansia e incredulità, quando mi sveglio la mattina e d'improvviso mi ricordo tutto quanto e mi sembra di vivere in uno di quei romanzi distopici che piacciono a Leonardo.
C'è la tenerezza, a vedere che i miei figli hanno preso alla lettera il fatto di lavarsi le mani e ora Leonardo e Elia hanno tutte le mani e i polsi rovinati. E io che spalmo sulla pelle ferita e screpolata tubetti di burro cacao e dico loro di smetterla di lavarsi le mani, almeno per qualche ora.
C'è l'insofferenza quando Orlando ed Elia parlano con Google Assistant come se fosse un vecchio amico, senza stancarsi mai, facendosi raccontare barzellette, cercando di prenderlo in castagna, tanto che, alla fine, anche Google Assistant si ritira sconfitto con un:"I mie programmatori non saranno molto contenti".
E poi, ci sono momenti terribili, in cui l'insofferenza, la tenerezza, l'ansia, la rabbia, la gratitudine, la paura, la tristezza arrivano tutte quante insieme.
E allora i bambini fanno troppo i bambini, il cane fa troppo il cane e il gatto fa troppo il gatto. Il frigo è vuoto... (e domani riusciremo a riempirlo?), la casa troppo sporca e disordinata (con tutta questa gente intorno, è impossibile da pulire!).
L'enormità della cosa che stiamo vivendo mi travolge (ne usciremo? Quando? Come?).
Allora mi chiudo in bagno, mi lavo i capelli, faccio una maschera di bellezza. Oppure mi siedo sul divano, abbraccio stretto stretto Elia e leggiamo una storia.
E ricomincio.
2 commenti:
Bellissimo,spero che tu non smetta mai di scrivere...
vai così che è una meraviglia
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