mercoledì 28 ottobre 2020

Quarantena?

 Sabato mattina.

Casa. Normale giornata di homeschooling.
"Oggi, mamma, non facciamo scuola perché è sabato."
"I tuoi fratelli sono a scuola, quindi facciamo scuola anche noi, Elia."
"Va be', allora facciamo scienze. Però, degli esperimenti."

Trillo del telefono.
"Mamma? Sono Giacomo..."
"Ciao! Che è successo? Stai male?"
"No, ci hanno fatto uscire, un prof ha il Covid."
"Accidenti! Come sta? Sei in quarantena? Devi fare il tampone? Dobbiamo fare il tampone? Oddio... siamo tutti in quarantena?"
"Non so niente, mamma, il preside sta cercando di contattare l'autorità sanitaria, ci darà comunicazione appena possibile. Mi vieni a prendere?"
"Passo prima a prendere Orlando. Intanto tu vai in libreria a comperarti un libro, vai a prenderti un cappuccino..."
"Il preside ci ha consigliato di non entrare da nessuna parte. Faccio un giro sul fiume con il compagno F".
"Già, che tonta. Ok. A dopo, ciao".
Non abbiamo fatto gli esperimenti, la maestra era troppo agitata, si prefigurava scenari infausti. La mastodontica organizzazione famigliare allo sbando. E la sera prima era venuto a cena il nonno!
 
In auto.
Tragitto scuola di Orlando-punto d'incontro con Giacomo.
"Ma mamma! Lo fai salire in macchina con noi? E se ha il coronavirus?"
"Dove vuoi che lo metta tuo fratello, Orlando, sul tetto?"
"Be', almeno teniamo tutti i finestrini aperti e indossiamo la mascherina!"
E così, con la pioggia che turbinava in macchina e l'aria fredda che si infiltrava sotto le mascherine, sentendomi più la capitana di una nave in balia dei flutti che la solita accorta autista, siamo rientrati in porto, cioè, in casa.

Casa.
Orlando prende in mano la situazione.
"Tu, Giacomo, usi il bagno piccolo, noi il bagno grande. E guai a chi si confonde! Indossa anche la mascherina, mi raccomando. Mamma, dove lo mettiamo a dormire? Giù in entrata sarebbe perfetto. E quando gli portiamo il pranzo, poi sterilizziamo tutto."
"Fino a che non abbiamo comunicazioni, stiamo tranquilli e qui in casa non facciamo niente. Solo, non usciamo e non incontriamo nessuno."
"Come volete, però siete degli irresponsabili!"

Poi la comunicazione è arrivata. Giacomo e i suoi compagni non sono stati considerati contatti a rischio (avevano fatto lezione all'aperto, tutti indossavano mascherine e la distanza era rispettata).

Tutto ok, dunque. Per ora.

giovedì 15 ottobre 2020

Cronache scolastiche ai tempi del Coronavirus

Giacomo è carico di verifiche. I professori si buttano avanti, perché hanno paura di un ritorno alla didattica a distanza. Alcuni, però, hanno anche molta paura a rimanere a scuola. Indossano, oltre alle mascherine, caschi di plexiglas e camici e hanno buttato lì, ai ragazzi, di procurarseli anche loro, i caschi. 
I ragazzi, durante le lezioni di questi professori, di loro iniziativa, per non impaurirli troppo, indossano sempre la mascherina anche se sono seduti al banco.
Giacomo e i suoi compagni di classe sono i diciottenni che, se sono nati dopo febbraio, non hanno fatto la festa dei diciotto con gli amici e che visto il nuovo decreto, hanno anche responsabilmente annullato la cena di classe di sabato prossimo.
 
Da qualche giorno a  Leonardo sono arrivati i banchi nuovi. Ma loro, in classe, sono tanti e i banchi nuovi non ci stanno, così continuano ad usare le seggioline da conferenza. "Be', dovremo bocciare qualcuno di voi",  ha detto la prof d'inglese con vero British humor.
L'altro giorno, Leonardo aveva la verifica di latino. Ma l'aula delle verifiche era occupata, così durante il compito hanno tenuto la versione sotto il foglio protocollo e il vocabolario di latino sulle ginocchia.

Orlando da questa settimana ha, finalmente, (quasi) tutti i professori. La chat di classe ha così cambiato nome. Da "Quelli che escono prima" a "Quelli del Pleistocene" (da un libro che stanno leggendo).

giovedì 1 ottobre 2020

Cinghiali

 Gira voce che nei dintorni vi siano dei cinghiali. Voci supportate da qualche foto pubblicata sul giornale locale, da qualche sacchetto delle immondizie trovato sventrato fuori dalla porta. Il vicino ha avvistato tracce del loro passaggio nel vigneto confinante.

Io e papà 6cuori ogni tanto, la domenica, andiamo a farci una passeggiata per le campagne circostanti.

Orlando, il naturalista di casa, avverte:"State attenti ai cinghiali!".

Sì, sì, certo, facciamo noi. Tranquillo!

E ce ne andiamo alla chetichella, lasciando i quattro alle prese con i compiti.

Siamo in mezzo alla Natura. Il sole tiepido sulla faccia, il profumo d'autunno che ci avvolge.

Camminiamo spensierati.

"Ehi, 6cuori, guarda lì!", esclama lui ad un certo punto, "un cinghiale!"

Guardo. Al di là di una staccionata di legno scorgo un ammasso scuro con quattro zampe. Non lo vedo bene perché mi dà le spalle. Cioè, il sedere. E' immobile, tranquillo.

"Dici? Sei sicuro?"

"No. Se si gira, potremo vederlo meglio."

"Non pare aggressivo. E cosa ci fa dietro alla staccionata?"

"L'avrà sfondata con la sua forza bruta. Vieni, allontaniamoci, Orlando aveva ragione."

E così ci siamo allontanati, cercando di non disturbare il quadrupede, che comunque non ci ha degnato per niente.

A casa abbiamo descritto il temibile incontro ai figli. "Meno male che non è capitato a voi!" abbiamo sentenziato,  protettivi.

Orlando ci ha guardato con commiserazione:"Ma eravate in quella strada là, vicino a quel prato là, lungo la staccionata?"

"Sì, proprio quella!"

"Non è un cinghiale, mamma. E' un porcellino nero. Lo conosco, è tranquillissimo".

Ho dato tutta la colpa al papà, che è un tipo apprensivo. E comunque, altro che porcell-INO!

In compenso ieri, proprio Orlando, un cinghiale lo ha incontrato sul serio, nel bosco, mentre passeggiava. E' stato messo sull'avviso dal cane, che ha cominciato ad agitarsi. Poi se lo è trovato di fronte, su un scarpata ad una decina di metri. Si è allontanato piano piano ed è tornato a casa a raccontarcelo.





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