lunedì 29 ottobre 2012

oggi sposi

La sveglia è alle otto.
Sul divano, ben disposti in ordine di età, quattro paia di pantaloncini di velluto rosso e quattro maglioncini nuovi di zecca. Oggi i bambini li voglio vestire tutti uguali.

Vado a prendere la mia gonna che nottetempo ho fatto asciugare dalla mia fida asciugatrice. Ma  ho sbagliato a metter il timer: la mia gonna, l'unica passabile per una cerimonia, è alquanto umidiccia. Al matrimonio manca soltanto un'ora... corro dal marito, che si sta stirando la camicia.

- Metti il ferro al massimo e stira e asciuga!

Elia fa il riottoso, non vuole separarsi dal suo pigiama di batman.
I pantaloni di Orlando sono "in crescita" ma basta stringere un po' l'elastico.
Dopo un'accurata spazzolata, finalmente il visetto di Giacomo fa capolino da dietro la capigliatura selvaggia.

Siamo tutti agghindati a dovere, pronti per uscire. Dov'è Leonardo?

- Sono qui, sotto il divano, mamma!

Spazzolate le gatte di polvere dal mio secondogenito, montiamo in macchina, diretti nel paese vicino.
Previdente, ho portato il navigatore: digito il nome della chiesa.
 Corrispondenza non trovata.
Meno venti minuti alla cerimonia. In alto, sulla collina, scorgo un campanile, che si staglia contro il cielo blu.
- Guarda, caro, per me è quella lassù, parrocchia "Decollazione di S. Giovanni Battista". Decollo... sarà in alta quota...
Lui si volta verso di me.
- Cosa hai bevuto stamattina? De-collazione...
- Oh mamma, che impressione!

La chiesa poi la troviamo.  La cerimonia è bellissima. I bambini sono incantati dall'abito bianco della sposa.
- Ma poi se lo porta a casa, mamma?
- Sì, Orlando, è suo.
- Accidenti, che fortuna!
La sposa sta per dire "sì". Elia le fa eco con uno squillante " mamma-pi...".  Ma anni di mammitudine non mi colgono impreparata: gli tappo la bocca con la mano e ci precipitiamo fuori, in cerca di un angolino tranquillo.

E' la prima volta che lanciano il riso e la tradizione si trasforma in un'allegra battaglia.

Al ristorante abbiamo un tavolo tutto per noi. L'unico adulto che ci doveva fare compagnia si è defilato con un sorriso. Però una bimba, che durante la battaglia del riso è diventata grande amica dei miei l.e.g.o. chiede di sedersi con noi.
Si avvicina una cameriera.
- Sono tutti vostri?
- No, solo quelli vestiti uguali.
- Solo i maschi!?

La bambina è adorabile. Un'adorabile bambina vestita tutta di fucsia.

Al nostro tavolo si organizza un torneo di morra cinese. L'acqua gasata scorre a fiumi. Si saltano i primi e anche i secondi. Doppio sorbetto analcolico per tutti. Quattordici fette di torta nuziale solo per noi.
 E solo per noi (due) anche una bottiglia di champagne...
Hic!

martedì 16 ottobre 2012

troppe cornicette


Due grembiulini blu svolazzano su per le scale della scuola. Appena prima di sparire dentro il portone si voltano e sorridono. Poi scompaiono.
Uno zaino munito di gambe e braccia si trascina pesantemente su per le scale della scuola. In ogni passo c'è tutta la sua rabbia. Appena prima di sparire dentro il portone, il grosso zaino si volta, rivelando un faccino congestionato dal pianto.  Due occhi colmi di lacrime mi fissano disperati e accusatori. Mi si stringe il cuore. Poi lo zaino scompare oltre la soglia.
Manina nella mano,  Elia ed io rimaniamo sul marciapiedi deserto. Un po' smarriti.
Le otto di mattina. Sono già stanca...

- Buongiorno, bambini, è pronta la colazione!
- Ciao, mamma!
-  Buongiorno, mamma. Che sonno...
- Già ora di alzarsi?
- Io, non mi alzo.

La colazione non gli va bene. Il latte non è abbastanza freddo. O non è abbastanza caldo.
I biscotti non sono quelli giusti. Perché i fratelli lo guardano storto? Sono un mucchio di puzzoni.
- Io non mangio.
- Ma prima di andare a scuola, la colazione la devi fare...
- Ma io a scuola non ci vado.
- Orlando, a scuola tu ci vai.
- NO, NON CI VADO! OGGI C' E' LA MENSA, LA GIORNATA E' TROOOPPO LUNGA!!!

- Bambini, sbrigatevi a vestirvi! I grembiuli... le giacche... i cestini del pranzo...
- Io a scuola non ci vado. E' noioso.
- Orlando, se non indossi la giacca te la metto io, e allora, sono guai!
- MA MAMMA, LA SCUOLA E' BLEAH!
- Ma dai, Orlando, che fai arrivare in ritardo anche noi!
- Giacomo, stai zitto, per piacere. Orlando, sto finendo la pazienza...
- MA, MAMMA,  MILLE ORE A SCUOLA! A SCRIVERE SOLO DATE E A FARE   CORNICETTE  E CORNICETTE E CORNICETTE! TUTTO QUEL TEMPO SPRECATO!
- Be', mille ore proprio non sono...
- Leonardo, zitto anche tu.

Poi, finalmente, partiamo.

Appena prima di salutarci, Orlando si stringe a me.
- Mamma? Sai, anche se mi annoiano tutte quelle cornicette, io però mi impegno lo stesso...
Gli arruffo la zazzera bionda.
- Lo so, piccolo.

Da un mese è così, ogni mattina.

Ma la settimana prossima inizia il mio corso di yoga.

OOOOOOOOOOOM.


lunedì 8 ottobre 2012

Biscotti e tazze di tè. Una canzone d'amore.


-"Sono stanco di fare il marito..."

- Caro, ricordati di stirare i grembiuli per la scuola.

-"Voglio andare alla moda vestito..."

- Ci sarebbe anche la mia maglietta...

Ingredienti per i nostri biscotti:
un marito che stira - una mamma in cucina - quattro bambini - quattro matterelli - formine varie.
Poi: 400 grammi di farina - 200 gr. di burro - 200 gr. di zucchero - due uova su per giù -  un cucchiaino di lievito per dolci - cannella o estratto di vaniglia - un pizzico di sale.

- Mamma, la cosa che più mi annoia è imburrare le teglie. Lo può fare qualcun altro?
- Io peso lo zucchero.
- A Santa Lucia chiederò un cappello da cuoco!
- Io rompo le uova.
- No, le rompo io!
- No, chi imburra le teglie, rompe le uova.
- Ma è una regola che ti sei inventato!
- Mamma...  su queste uova qui c'è scritto: "Scad 3 Sett"...
- Accidenti! Correte dai nonni a chiedere se hanno due uova!

- Guarda mamma, la nonna ci ha dato quattro uova, così ne possiamo rompere una a testa!
- Gentile, la nonna. Ricordatevi di portarle dei biscotti.


Unire tutti gli ingredienti e impastare.

- "Lei presidia il mio bel separèèè"


- Mamma, io mangio?
- No, non mangi, Elia. Stendi la pasta e tagliamo i biscotti.
- Riccio!
- Orlando, smetti di tirarmi la farina!
- Scoiattolo su albero!
- Hai cominciato prima tu!
- Mammaaa!

-"Ma se soli possiamo restar..."

- Non resteremo mai soli, noi due.

-"Forse forse mi lascio baciar..."

- Perché, mamma? Volete restare soli tu e il papà?

Preriscaldare il forno a 180°. Infornare.

- I primi biscotti sono pronti!
- Ne posso mangiare uno?
- Io mangio un fantasma, un riccio e un pippistrello.
- Non tutti tu!
- Leonardo, sbrigati, hai ancora tutta la tua pasta.
- Voglio fare le cose con calma, io.

-"Tutto questo soltanto perché...
(undici anni fa) ho bevuto una tazza di tè..."

Undici anni fa,  mentre bevevamo la tazza di tè, la canzone che cantava era questa:


lunedì 1 ottobre 2012

differenze di genere


Automobiline erranti  finiscono sotto i piedi quando la notte, al buio, cerco di raggiungere il bagno.
Omini lego nascosti sotto il pianoforte ostruiscono l'aspirapolvere quando mi arrischio ad usarlo.
Dinosauri in miniatura e serpenti di plastica occhieggiano da ogni dove quando all'alba mi godo il mio solitario caffè.
Svariati batman, uomini ragno e superuomini invadono la mia borsa.

Passo al contrattacco.
Regalo loro mini cucine e pentoline. Le usano per preparare puzzolenti pozioni e nauseabondi intrugli.
Provo con paffute bambole munite di biberon. Legate come salami, diventano ostaggio di temibili capi indiani. Una volta liberate dopo innumerevoli e terribili battaglie, finiscono relegate in un angolo del giardino e lì, vengono dimenticate.

 Ma io mi impegno a fondo, e qualche risultato lo ottengo.

Elia apparecchia la tavola (a suo modo, un po' naïf, ma conta l'intenzione).
Orlando carica la lavastoviglie.
Leonardo porta la raccolta differenziata ai cassonetti.
Giacomo mi aiuta a stendere il bucato.

Al centro commerciale provo gli smalti. Quello nero con i brillantini, quello viola, quello verde...
- Mamma, anche io!
- Anche tu cosa, Elia?
- Quello blu!
Così gli dipingo l'unghia del pollice di blu.
Ma è troppo poco.
- Tutti i diti, mamma!
Ma sì, tutte le dita è più bello!


Stamattina. Un attimo prima di uscire passo in rassegna i figli. Raddrizzo un colletto, abbottono un bottone, aggiusto i capelli... Leonardo si è raccolto il ciuffo con una mia grossa molletta fucsia.
- Leonardo, no, non puoi andare a scuola conciato così!
- Non sto bene?
- Ecco... è meglio che tu la tolga.
- Ma perché? La metti sempre anche tu!
- Perché... perché...
Il tempo stringe.
- Perché... perché quella molletta è da femmina e tu sei un maschio!



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